Rendicontazione annuale Opera San Marcellino

La rendicontazione annuale di San Marcellino – Genova – Opera Sociale dei Gesuiti

 

Nel 2019 abbiamo deciso di sostituire la consueta Relazione di Missione, dedicata quasi esclusivamente alle attività dei servizi alle persone in condizione di senza dimora, con una nuova Rendicontazione che si estende al lavoro di tutta l’Opera di San Marcellino.

Ne risulta, così, un documento completamente nuovo che, dopo una sintesi generale del nostro lavoro contenuta nel primo capitolo, ci accompagna in una visione di maggior dettaglio sull’esperienza di San Marcellino.

San Marcellino, Opera Sociale dei Gesuiti a Genova, consta di:

  • una Fondazione della Compagnia di Gesù, che assicura la coerenza di indirizzo tra le varie attività, mette a disposizione in comodato gratuito alcuni immobili per le attività operative, fornisce gratuitamente i servizi amministrativi necessari per la gestione del complesso, prende iniziative per attività culturali, di ricerca, divulgazione e formazione anche in collaborazione con l’Università di Genova e altri.
  • una Associazione che, sotto la direzione dei propri organi sociali, concretizza i “servizi alla persona” nella loro articolazione tra ascolto, accoglienza, educazione, animazione; soci, volontari, dipendenti, professionisti, collaborazioni con enti esterni, pubblica amministrazione, apportano in modo coordinato il loro contributo alla azione svolta, in un ambiente in continua evoluzione.
Rendicontazione annuale 2023

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Rendicontazione annuale

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Sintesi rendicontazione 2023

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Rendicontazione annuale

INTRODUZIONE

 

All’inizio del mese di luglio 2019, grazie a un finanziamento di Fondazione Cattolica Assicurazioni unito a uno stanziamento di Fondazione San Marcellino e in collaborazione con FONDACA, è stato avviato il progetto relativo al percorso di rendicontazione di San Marcellino.

 

Gli obiettivi del progetto sono principalmente tre:

  • rendere conto nel modo più completo possibile degli effetti diretti e degli impatti di San Marcellino a Genova e nella dimensione nazionale e internazionale delle sue attività;
  • costruire e applicare sperimentalmente uno strumento che possa essere successivamente integrato e modificato alla luce della esperienza e utilizzato in modo autonomo da San Marcellino per rendicontare, valutare e progettare le proprie attività alla luce degli effetti da esse conseguiti o conseguibili;
  • offrire all’ambiente delle organizzazioni del terzo settore una esperienza che può ispirare la elaborazione e l’utilizzo di modalità di rendicontazione che rispecchino il senso della loro attività e mettano il pubblico, a partire dagli stessi cittadini, in condizioni di valutarne la effettività.

 

A tale scopo, abbiamo superato la rendicontazione separata delle attività dell’Associazione e della Fondazione San Marcellino, fatti salvi gli adempimenti giuridici, per considerare l’unico organismo di cui fanno parte, l’Opera sociale della Compagnia di Gesù che prende il nome dalla Chiesa e dalla piazza di San Marcellino in cui ha avuto origine.

 

Per questo motivo la rendicontazione non si limita alla gestione dei servizi, ma prende in considerazione tutte le attività che sono promosse, ispirate o sostenute da San Marcellino come, per esempio, quelle culturali e formative o quelle connesse al network internazionale sulla mediazione comunitaria. La logica che guida il progetto è quella di rovesciare la prospettiva rispetto alle forme usuali di rendicontazione, spostando l’accento dai prodotti agli effetti e dai committenti alla comunità. La rendicontazione non si basa su modelli di riferimento, ma è disegnata tenendo conto della natura, della storia, della organizzazione e delle modalità operative di San Marcellino e quindi del perimetro della sua effettiva responsabilità.

 

L’elemento più qualificante del progetto è la messa al centro della rendicontazione degli effetti che San Marcellino ha conseguito o ha concorso a conseguire nella realtà in cui opera. Tali effetti sono sia diretti (per esempio il recupero di autonomia delle persone in condizione di senza dimora accolte e la loro inclusione nel tessuto sociale della città), sia indiretti (per esempio l’incremento delle attività di volontariato nelle parrocchie in contatto con San Marcellino o gli esiti dei processi di formazione alla mediazione comunitaria).

 

Il risultato di queste operazioni è una rappresentazione dello specifico contributo di San Marcellino al benessere dell’ambiente (non solo genovese) in cui opera in termini sociali, culturali ed economici.

 

Di seguito vengono presentati i risultati di questa operazione sperimentale. Prima di farlo, però, occorre fornire alcune essenziali informazioni sul progetto, con particolare riferimento alla sua impostazione generale, alla metodologia utilizzata, ai suoi limiti e al suo valore.

 

Si è arrivati alla definizione della metodologia di rendicontazione attraverso un percorso che ha comportato:

  • una verifica e una valutazione delle caratteristiche di San Marcellino dal punto di vista della struttura organizzativa e della operatività, realizzata attraverso l’analisi di documenti e il dialogo tra FONDACA e i responsabili della organizzazione a vari livelli;
  • un’analisi di circa 130 organizzazioni italiane e straniere, per diversi aspetti comparabili con la realtà di San Marcellino;
  • la definizione di una mappa degli stakeholder della organizzazione, realizzata da un gruppo di lavoro di San Marcellino con il supporto di FONDACA, che ha consentito di identificare 68 categorie di stakeholder e collocarle su una scala di rilevanza per la organizzazione.

 

Sulla base di questi elementi è stata proposta, discussa e varata una definizione della identità operativa di San Marcellino, inteso – come si è detto – come un’unica realtà organizzativa. Questa definizione ha consentito di disegnare il perimetro della rendicontazione e guidato la strutturazione dell’apparato metodologico.

 

 

IDENTITÀ OPERATIVA DI SAN MARCELLINO

 

San Marcellino è una organizzazione che ha la sua ragion d’essere nell’affermazione della dignità umana di ogni persona.

 

La organizzazione opera su base quotidiana come mediatore di comunità e a questo titolo è impegnata a ristabilire il legame con soggetti esclusi o a rischio di esclusione, favorendo l’assunzione da parte della comunità stessa di una logica di convivenza e non di mera coesistenza e creando così le condizioni per conseguire coesione sociale, effettività dei diritti e inclusione nella cittadinanza di soggetti estraniati e colpiti da situazioni di disagio.

 

Il ruolo del mediatore di comunità esercitato da San Marcellino non è quello di un giudice di pace, ma consiste nel prendere parte alla prevenzione, gestione e trasformazione dei conflitti che coinvolgono individui, gruppi sociali, organizzazioni e istituzioni, valorizzando la capacità degli stessi cittadini di esserne protagonisti. La tensione alla innovazione e l’orientamento a definire e mettere in opera buone pratiche caratterizzano il suo modo di lavorare.

 

A questa identità operativa fanno riferimento le principali linee di intervento di San Marcellino:

 

A) Organizzazione di servizi orientati alla inclusione nella cittadinanza delle persone in condizione di senza dimora, e in particolare

  • I percorsi di ripresa delle relazioni sociali e di progressiva autonomizzazione
  • Il reinserimento nel lavoro
  • La inclusione attraverso la produzione artistica e culturale
  • La cura della dimensione intangibile dell’accoglienza
  • L’approccio critico e innovativo al lavoro sociale e al volontariato

 

B) Mobilitazione di risorse per la mediazione comunitaria, e in particolare

  • La formazione sulla mediazione comunitaria per cittadini interessati
  • La formazione di operatori dell’accoglienza
  • La promozione del volontariato per l’accoglienza
  • La promozione di organizzazioni e iniziative autonome nei territori su situazioni di disagio e di esclusione
  • La collaborazione con soggetti scientifici, civici e sociali in Italia e nel mondo
  • L’attivazione di gruppi di cittadini come operatori della prevenzione, della gestione e della trasformazione di conflitti e come attori di forme sussidiarie di governo
  • La pratica di raccolta fondi orientata alla mobilitazione sia di individui, sia di soggetti privati, sia di istituzioni pubbliche


C) Disseminazione di temi, approcci, esperienze al fine di sensibilizzare e attivare le comunità come protagoniste della costruzione della coesione, e in particolare

  • La promozione di attività di dibattito culturale e approfondimento tematico con il coinvolgimento di esperti, responsabili di organizzazioni e istituzioni, cittadini comuni
  • Il consolidamento delle esperienze in informazioni e conoscenze e la loro diffusione attraverso l’attività editoriale
  • La costruzione e il rafforzamento di reti di sostegno di cittadini comuni, soggetti privati e pubblici coinvolti nelle attività, personalità e leader di opinione


D) Attività di advocacy, e in particolare

  • La gestione dei casi individuali nella prospettiva della modifica di situazioni e condizioni
  • La partecipazione a reti nazionali e comunitarie per il sostegno di politiche inclusive per le persone senza dimora
  • Il concorso al ridisegno della politica di welfare, sulla base delle esperienze civiche e del lavoro sociale


E) Contributo alla riforma dei servizi e delle professioni del welfare, e in particolare

  • La sperimentazione di servizi, tecnologie e professionalità di welfare innovativo
  • La formazione di operatori pubblici
  • Il confronto e la collaborazione con organizzazioni del terzo settore sulla coerenza delle proprie attività con l’interesse generale.
CENTRO DI ASCOLTO

Piazza San Marcellino, 1 - 16124 Genova
T. +39.010.2465400
Aperto lun-mar e gio-ven, dalle 9 alle 12