La nostra storia

Dal 1945 al 1949

“San Marcellino” nasce e si sviluppa in linea di continuità con l’Opera di carità denominata LA MESSA DEL POVERO, avviata nel 1945 per iniziativa di padre Paolo Lampedosa S.J., un gesuita che in quegli anni viveva presso la residenza dei Gesuiti in piazza Matteotti, ai margini del Centro Storico genovese.
Quest’uomo sensibile, quanto concreto e pronto nell’operare, alla vista delle tante macerie che ricoprivano circa un terzo della città vecchia, commosso dalla sofferenza di tanta gente, decide di aprire loro la porta di una piccola chiesa, San Marcellino in Sottoripa, ottenendone l’uso dall’Opera don Orione, un altro grande benefattore di recente canonizzato. Questi l’aveva acquistata nel 1939 con l’intenzione di farne un punto di incontro per i marinai in transito nel vicinissimo porto della città.

Storia Associazione San Marcellino Onlus, Genova
Storia Associazione San Marcellino Onlus, Genova

Dal 1950 al 1962

Su invito di padre Lampedosa varcano la porta della chiesa le persone più diverse: gente che ha perso la casa, uomini e donne senza più famiglia, profughi. Tutti bisognosi di un ricovero, un piatto di minestra, una parola buona, un po’ di compagnia. Accanto a queste persone ne arrivano anche tante altre che scoprono a “San Marcellino” la possibilità concreta di rendersi utili, di fare qualcosa per chi ne ha bisogno.

L’azione di padre Lampedosa e degli amici di “San Marcellino” comincia subito a dare i suoi frutti: nelle foto di archivio della fine degli anni ’40 si vede, nella chiesa o in locali spogli e sommariamente arredati, una gran ressa di gente smagrita , vestita con dignitosa povertà, ma anche, un po’ come oggi, con lo sguardo finalmente sereno e un sorriso sulle labbra.

Dal 1963 al 1969

Nel 1963 viene chiamato a guidare l’Opera, ormai piuttosto conosciuta a Genova, padre Giuseppe Carena S.J. che prosegue il cammino individuando nella massa crescente di persone che giungono nella nostra città, alla ricerca di un’occupazione e di un faticoso inserimento abitativo e sociale, un nuovo obiettivo di carità e servizio.
Sono gli anni dell’emigrazione dal sud d’Italia verso il triangolo industriale. Interi nuclei familiari, abbandonati i loro paesi del Mezzogiorno, riempiono progressivamente il Centro Storico dove è più facile trovare sistemazioni abitative a basso prezzo. Il lavoro è spesso precario, i salari sono bassi ed è duro e difficile mantenere famiglie spesso numerose e bisognose. Un poco di generi alimentari, qualche vestito, medicine, un consiglio, qualche ora di svago e serenità: per molti “San Marcellino” rappresenta tutto questo.

Storia Associazione San Marcellino Onlus, Genova
Storia Associazione San Marcellino Onlus, Genova

Dal 1970 al 1984

Sulla base di questa nuova realtà sociale le attività assistenziali di “San Marcellino” si sviluppano ulteriormente. Nascono nuove iniziative più specificamente rivolte ai minori, le persone più “a rischio” nelle isole di povertà che permangono all’interno di una società che si avvia al consumismo. Così una casa dei gesuiti a Rollières (nelle montagne piemontesi sopra Cesana torinese) diventa una colonia estiva, mentre nel Centro storico nascono iniziative a favore dei ragazzi: doposcuola, animazione, sport e altro. Alcune di queste attività continuano ancora oggi, magari in forma autonoma, organizzate in cooperative e associazioni. L’intervento sviluppato in questi anni conserva una matrice tipicamente assistenziale: si forniscono prestazioni e servizi tesi talvolta a sopperire alle carenze dell’intervento pubblico e, più spesso, a integrarlo.
Parallelamente a questo, “San Marcellino” elabora e sviluppa una cultura più complessa, di attenzione alla persona intesa nella sua globalità; una cultura che guarda all’altro rispettandone valori e dignità, che mira al dialogo come prima ed essenziale forma di aiuto per chi è in difficoltà, che nasce dai valori evangelici della solidarietà e dell’attenzione al più piccolo e che i risultati sul campo confermano e rafforzano.

Dal 1985 al 1999

La realtà del quartiere in cui si è da sempre svolta l’attività di “San Marcellino” subisce, a partire da questi anni, un progressivo degrado. Le famiglie che possono abbandonano il centro storico e si spostano nelle periferie. Restano le persone più poveri, quelle senza famiglia o che stati rifiutati da questa e dalla società. Al degrado urbanistico si aggiunge il degrado morale e sociale; il quartiere perde anche la speranza di un recupero, scompare il “colore locale” e nelle sue strade dilagano lo spaccio di droga, la prostituzione, l’alcolismo, la violenza… Resta però “San Marcellino” che si rivolge a questa nuova e complessa realtà, volendo essere voce di speranza proprio per chi è disperato e senza voce, per chi sopravvive ai margini della società. A guidare l’Opera vengono chiamati padre Nicola Gay sj e padre Alberto Remondini sj che orientano decisamente l’azione dei volontari verso i le persone in condizione di emarginazione urbana grave, in particolare di senza dimora e di povertà estrema. Si sente il bisogno di una più esplicita definizione delle finalità e di un’organizzazione interna che consenta di acquisire gli strumenti necessari per rispondere ai bisogni di chi si rivolge a noi. Nasce così, nel 1988, l’Associazione San Marcellino, un’associazione laica, legata alla Compagnia di Gesù, che si dà come obiettivo quello di dedicare la propria opera e il proprio impegno all’accoglienza e alla comprensione delle “persone senza dimora “.
“San Marcellino” si dota, così, di uno strumento che consenti di di instaurare rapporti formali, amministrativi e burocratici, anche con l’Amministrazione Comunale, la Regione Liguria, L’Unione Europea e le altre strutture che operano nel settore dell’assistenza a livello locale e nazionale.

Questi 15 anni sono un periodo di grande fermento e crescita sia in competenze che in servizi. Sono gli anni in cui apriamo le nostre strutture “storiche”. Nel 1987, con la prima accoglienza notturna, “il dormitorio del Boschetto” (realizzato nei locali dell’Opera Don Orione, presso l’omonima Abazia”), inizia la nostra esperienza con i servizi di accoglienza e alloggiamento. L’anno successivo è un’esplosione: vede la luce l’Accoglienza notturna “L’Angolo”, il “Boschetto” si trasforma rapidamente in comunità, nasce l’accompagnamento all’abitare con il servizio di “Alloggi Assistiti” e l'”Educazione al Lavoro” con il primo “Laboratorio di Pulizie”, cui seguirà quello di “Lavanderia” e, abbastanza velocemente, tutti gli altri. Compaiono i primi operatori: al “Boschetto”, al Centro di Ascolto e, via via, in tutti i servizi. Iniziano le supervisioni, le riunioni di studio, le ricerche, le relazioni nazionali e internazionali con altre realtà di servizi alle persone in condizione di senza dimora.

Fare un elenco di tutto quello che è successo dal 1987 al 1999 richiede ben più che lo spazio su na pagina web, ma quel poco tracciato sopra rende l’idea dell’entusiasmo e delle energie che tutto il “mondo di San Marcellino” è stato capace di investire su un progetto nato sotto i bombardamenti alleati e negli anni della Resistenza precedenti la fine del secondo conflitto mondiale.

Con l’arrivo degli anni novanta, finalmente inizia il recupero del Centro Storico e si cominciano a recuperare prima i monumenti storici, poi palazzi e case all’interno del programma di riqualificazione legato alle celebrazione Colombiane del 1992.

Arrivano locali notturni e ristoranti, alcuni negozi si riaprono. La presenza della povertà si fa più discreta, il flusso della gente la nasconde, ma al mattino, in piazza San Marcellino, la fila davanti alla porta del nostro Centro di Ascolto non diminuisce, anzi aumenta. Uomini e donne di età diverse che per i motivi più vari si sono trovati a vivere sulla strada o in condizioni di estrema precarietà, prive di mezzi di sostentamento affollano i locali della sala d’attesa.

Nel 1991 nasce la Fondazione San Marcellino che concentra la propria attività sulla gestione degli immobili, donati o ceduti da privati e destinati alle attività della nostra Associazione, e sulle attività culturali e di formazione.

Inizia un vasto e indispensabile programma di risanamento e ampliamento delle strutture ricettive.

L’Associazione e la Fondazione assumono la forma di organizzazione senza fini di lucro (ONLUS) rispettivamente nel 1998 e nel 2000.

Dal 2000 al 2014

“San Marcellino” continua a operare per promuovere, secondo la propria missione, la dignità e la partecipazione alla vita sociale dei cittadini che si sono trovati a vivere in situazioni di grave disagio, emarginazione urbana grave e, in particolare, delle persone in condizione di senza dimora.

Agli inizi del 2000, dopo un periodo di analisi e ricerca sul territorio, viene aperta una nuova accoglienza notturna pensata specificamente per donne in condizione di senza dimora. I locali sono attigui a quelli della comunità del Ponte, in via Mylius nel quartiere residenziale di Carignano. Si tratta di un servizio sperimentale che ci consente di accrescere la nostra esperienza con le donne che vivono questa condizione attraverso la disponibilità di uno strumento in più per accompagnare quelle tra loro che necessitano di una maggior gradualità prima di sperimentare l’esperienza di un alloggio assistito.

Il 2001 ci vede aprire un nuovo servizio con la struttura di pronta accoglienza l’Archivolto. La riduzione dei posti all’asilo notturno comunale “Massoero”, ci spinge a realizzare una piccola struttura sperimentale per accogliere rapidamente le persone che chiedono un posto per dormire e avere, così, l’occasione di incontrarle, conoscerle meglio e avviare una relazione con loro.

Storia Associazione San Marcellino Onlus, Genova

La formula di accoglienza è semplice: il Centro di Ascolto della Fondazione Auxilium, l’Associazione Massoero 2000, l’Unità Operativa Cittadini senza Territorio e il nostro Centro di Ascolto, previa verifica telefonica della disponibilità di posti, possono inviare direttamente la persona che ne fa richiesta. Gli ospiti possono restare per un periodo di 15 giorni ed essere inseriti nuovamente dopo un mese dalle dimissioni.

Dal 2005 i servizi realizzati attraverso la nostra Associazione hanno ottenuto la “Certificazione del servizio” regolamentata dalla norma UNI CEI EN 45011:1999 (dal 2012 divenuta ISO/IEC 17065:2012) che stabilisce i requisiti generali relativi agli organismi che gestiscono sistemi di certificazione di prodotti-servizi. Tale certificazione concentra il suo interesse sulle azioni che producono i risultati oggetto della certificazione (nel caso della nostra Associazione “la promozione della dignità della persona”). Tutti i criteri di misurazione del servizio, definiti nella specifica tecnica stesa dopo quasi due anni di lavoro e prima in Europa, sono verificati da un ente indipendente e imparziale.

Sulla base dell’osservazione dei bisogni, effettuata da “San Marcellino” sul territorio cittadino, che ha evidenziato un aumento delle donne tra la popolazione in grave disagio sociale, sono stati potenziati gli interventi nell’ambito dei servizi di alloggiamento proprio per le donne, aprendo posti di accoglienza femminili nella pronta accoglienza dell’Archivolto e in seconda accoglienza del “Crocicchio”, in aggiunta a quelli già esistenti alla “Treccia”.

Sul fronte delle attività ricreative si è inteso sviluppare, a partire dall’osservazione delle esperienze compiute, un nuovo approccio all’animazione coinvolgendo direttamente i partecipanti nella programmazione delle attività. Tra i suoi effetti si registra l’apertura della “Nuova Svolta”, sullo stile del circolo ricreativo, aperto tutti i pomeriggi e all’interno della quale si sono sviluppati progressivamente, a partire dal 2006, laboratori artistico-espressivi (musica, arti figurative, poesia e scrittura) nei quali i partecipanti trovano un’occasione di espressione e integrazione.

“San Marcellino” ha partecipato attivamente a numerosi incontri di studio e a convegni, anche a livello internazionale. Ha inoltre mantenuto collegamenti con vari enti che in altri paesi svolgono attività simili, proseguendo con essi la cooperazione finalizzata alla conoscenza reciproca, allo scambio di dati sull’evoluzione del fenomeno e al confronto dei rispettivi approcci d’intervento.
Attraverso la nostra Fondazione si realizza un programma annuale di attività culturali, che comprende il corso annuale Operare con le Persone Senza Dimora, la  Formazione dei volontari, quella degli operatori e un ciclo di incontri pubblici realizzati coinvolgendo anche importanti personalità chiamate a dialogare con la cittadinanza attorno ai temi della promozione umana, della giustizia e dell’inclusione sociale. A partire dall’interesse e dai primi approfondimenti realizzati alla fine degli anni ’90, aumenta considerevolmente l’impegno nello studio, diffusione e sperimentazione nel campo della mediazione dei conflitti e dell’approccio culturale della mediazione comunitaria, anche attraverso numerose collaborazioni internazionali.

Volontari e operatori continuano a svolgere la loro opera nella discrezione accogliendo, consolando, condividendo, consapevoli dell’importanza di far parte di una storia costruita giorno per giorno da tante persone di buona volontà che hanno saputo guardare a chi era nel bisogno mantenendo sempre aperta, dal 1945 a oggi, quella porta.

Dal 2015 al 2019

Questo periodo si apre con una ricorrenza importante, “San Marcellino” compie 70 anni.

Il mondo è profondamente cambiato e si avvia a cambiamenti sociali che interpellano profondamente la nostra Opera. I flussi migratori, le cosiddette crisi economiche, lo smarrimento dei valori di equità, giustizia sociale, fraternità e diritti che hanno caratterizzato la seconda metà del secolo passato, pongono nuove sfide e la necessità di confrontarsi con linguaggi altrettanto nuovi.

Le normative, giustamente attente alle tematiche di sicurezza, privacy, ecc., si rinnovano negli ultimi anni raggiungendo livelli burocratici che rendono sempre più impegnativo il nostro lavoro e richiedono sempre più tempo, energie e denari. Il lavoro fatto nei 15 anni precedenti per orientare in questo senso tutta l’organizzazione e la cultura interna di “San Marcellino”, da i suoi frutti e ci trova pronti ad affrontare queste difficoltà, ma rende tutte le attività meno agili, più complicate o complesse, a seconda dei casi.

Se i citati anni precedenti hanno visto un’opera di consolidamento dell’esistente, questi ci vedono fortemente impegnati sul mantenimento. Grazie all’aiuto e al sostegno delle centinaia di volontari, delle migliaia di tifosi e sostenitori e al generoso impegno degli operatori riusciamo a far fronte agli impegni presi in passato migliorando continuamente la qualità del nostro servizio e rinnovando le strutture, nella preoccupazione della consapevolezza di non riuscire a far fronte a tutti i bisogni che le persone che si rivolgono a noi portano con se.

Abbiamo aumentato l’interlocuzione con le Istituzioni e con le comunità locali, sia a livello cittadino e nazionale, che internazionale.

Pur mantenendo un onere economico estremamente contenuto, le nostre attività culturali sono cresciute significativamente, sia dal punto di vista numerico che qualitativo, con collaborazioni prestigiose in numerosi Paesi nel Mondo allo scopo di imparare, formare e contrastare la deriva di quei valori citati sopra che continuano a orientare l’attività dei nostri Servizi.

Servizi che non rappresentano uno scopo, ma strumenti che ci consentono di incontrare e stare in relazione con le persone che accogliamo, contrastando la cronicizzazione della loro condizione, lasciandoci toccare dalla loro sofferenza e, in e da questo incontro, formulare domande e trovare le energie per continuare a dare un contributo alla costruzione di una comunità maggiormente degna dell’uomo.

Per raggiungere questo scopo riteniamo sia importante rendere conto del nostro operato e, per farlo, dotarci di strumenti sempre più efficaci. Nel 2018 abbiamo, pertanto, deciso di aggiungere alla Certificazione di Servizio un nuovo strumento e chiesto a FONDACA (Fondazione per la cittadinanza attiva) di aiutarci a costruirlo. È così che nel luglio del 2019, grazie a un finanziamento di Fondazione Cattolica Assicurazioni unito a uno stanziamento di Fondazione San Marcellino, è stato avviato il progetto per una nuova rendicontazione di San Marcellino. Allo stesso modo e nello stesso mese, grazie a un finanziamento della Fondazione Carige, è stata avviata la parte del progetto che mira a utilizzare i dati raccolti per la rendicontazione per sperimentare una metodologia di valutazione della connessione con l’interesse generale delle attività realizzate o in corso. Il secondo capitolo della rendicontazione del 2019 (la prima nella sua forma rinnovata) contiene la descrizione completa del lavoro fatto (https://www.sanmarcellino.it/wp-content/uploads/SANM-Rendic19-web.pdf).

Dal 2020 a oggi

Il 2020 inizia nel pieno del lavoro per la rendicontazione descritta sopra e con l’impegno consueto dei Servizi e delle attività culturali. La pandemia coglie tutto questo stravolgendone, in pochissimo tempo, l’organizzazione. Per San Marcellino la data di inizio dell’impatto con il Covid-19 è il 24 febbraio 2020. Da quel giorno si sono susseguiti tutta una serie di cambiamenti e di sforzi per riuscire a stare ugualmente vicino alle persone e continuare ad accoglierle. In un apposito capitolo del nostro ultimo libro (https://francoangeli.it/Libro/Operare-con-le-persone-senza-dimora-Emarginazione-urbana-grave-e-lavoro-sociale?Id=27549) e nel terzo capitolo della nostra rendicontazione 2021 (https://www.sanmarcellino.it/wp-content/uploads/SANM-Rendic20-WEB.pdf) è possibile trovare un resoconto di questi anni di pandemia.

Ma questo periodo si apre anche con l’avvio di un importante cambiamento a cui stavamo lavorando da tempo e che, nonostante tutto, si è riusciti a portare a compimento. L’esperienza sviluppata in questi anni con la comunità femminile de La Treccia aveva portato alla decisione di implementare il progetto superando il modello che vedeva separate le comunità maschili e femminili, e ad avviare la conversione del Ponte e del Boschetto in comunità miste. A tale scopo il 2019 fu impiegato in importanti lavori di ristrutturazione nei locali dell’ultimo piano di Via Della Crocetta 3, che hanno consentito, l’anno successivo, Il trasferimento della comunità del Ponte nella ex residenza dei padri gesuiti per lasciare il posto alla comunità del Boschetto. In tal modo, il 14 settembre del 2020, si sono potute avviare le nuove esperienze di comunità miste procedendo contestualmente alla chiusura della Treccia.

I continui cambiamenti cui ci ha costretto la pandemia sono stati anche un’occasione di apprendimento e crescita su numerosi fronti; uno di questi è certamente quello organizzativo. È proprio da queste esperienze, e dalla crescita delle incombenze dovute alla manutenzione degli immobili impiegati per le diverse attività, ai conseguenti cantieri continui e allo sforzo di adeguare strutture e sistema informatico alle nuove esigenze, che nel 2021 sì è deciso di progettare una riorganizzazione dei Servizi da avviare con l’inizio del 2022. Si è giunti, pertanto, alla creazione di un Servizio Tecnico (di fatto già esistente, ma non sufficientemente strutturato) e alla suddivisione dei singoli servizi in 4 aree e non più in cinque. A tale scopo i Servizi Archivolto e Pulmino sono inseriti nell’Area Alloggiamento e quelli del Diurno e del Consulto Medico nell’Area Centro di Ascolto.

CENTRO DI ASCOLTO

Piazza San Marcellino, 1 - 16124 Genova
T. +39.010.2465400
Aperto lun-mar e gio-ven, dalle 9 alle 12