La libertà è se universale

La libertà è se universale

C’è libertà, secondo lei per l’uomo?

Anna Maria Ortese rispose a questa domanda in un’intervista del 1984 a cura di Sandra Petrignani, pubblicata in Corpo Celeste, Adelphi. Nel giorno dell’Anniversario della Liberazione invitiamo alla sua lettura: la libertà è se universale e per questo va continuamente ricercata oltre la dimensione individuale.

“La libertà è respiro. Ma tutto il mondo respira, non solo l’uomo. Respirano le piante, gli animali. C’è ritmo (che è respiro) non solo per l’uomo. Le stagioni, il giorno, la notte sono respiro. Le maree sono un respiro. Tutto respira, e tutto ha il diritto di respirare. Questo respiro è universale, è il rollio inavvertibile e misterioso della vita. Se la libertà è prima di tutto un respiro, se è il respiro: si, rispondo, c’è libertà per l’uomo. Ma è in questo modo, come cosa e diritto di tutti, che l’uomo intende la libertà? Non credo. A me sembra vada diffondendosi il concetto di libertà come furto del respiro altrui; libertà come sopraffazione. Mi riferisco alla violenza che ne èl’emblema. Ma subito dietro la violenza vi è una sopraffazione più grande, così estesa da far impallidire. Vi è il diritto di mentire, di presentarsi (pubblicamente) come altri, che è tipico della forza; vi è il diritto universale, legittimato dalla sola forza, di mercanteggiare e corrompere ciò che dovrebbe essere intoccabile: gli spazi terrestri e celesti, con le loro creature che respirano. Distruggere campi e foreste, mutare e pervertire il ritmo delle stagioni; procedere tranquillamente alla reclusione ed al massacro di milioni di creature ogni giorno solo per nutrirsi di carne o per indossare pellicce; torturare liberamente, in liberi laboratori, milioni di esseri sensibili ed ignoti quanto l’uomo, torturarli fino alla morte… tutto questo viene presentato come difesa del proprio respiro (o libertà) dall’uomo! Quale uomo, ci si chiede? L’uomo è forse semplice contenitore di organi? Vi è un’idea dell’uomo che sopravvive, si salva, al di fuori della legge morale? E non dice forse, la legge: non uccidere? Non dice anche: non mentire? E noi mentiamo, oltre che uccidere, quando asseriamo che tutto il male che viene fatto oggi al pianeta Terra – tutto il dolore inferto di continuo ai suoi figli più deboli, forse più buoni, e tutta la degradazione che accompagna questo assoluto assassinio – viene fatto per amore dell’uomo. Quale uomo! Senza legge (di pace e amicizia con la vita) non vi è uomo, ma solo scoria o larva di uomo. Vediamo infatti quest’uomo, senza più leggi o regole di vita (perchè trovate incompatibili con la sua libertà!) decadere e abbruttirsi in sistemi sociali o mentali che sono solo occasione di lucro per chi li difende e sostiene; vediamo la giovinezza non avere più direzioni, cercarle come si cerca l’ossigeno, e non trovarle; vediamo tutti i figli della vita patire e cercare spazio, inutilmente girare il capo doloroso in cerca della libertà promessa dal secolo superbo che ci trascina. Questa libertà non appartiene che a pochi, quest’aria non e’ di tutti! Sempre più buia la terra, più soffocante il cielo, più povera la luce. Libertà, si dice. Non è mentire, questo? Non èsopraffare? Si chieda, a chi si arroga tanto diritto, di chi – secondo lui – la Terra, di chi il respiro universale, e a chi la liberta’! Di chi la salute e pace della gente, di chi l’integrità e fiducia dei giovani di ogni paese! A chi ogni paese, e tutta la terra; di chi il Respiro! Oh, non per tutti, dirà. Si vorrebbe, ma non per tutti è possibile! E tacerà il nome onnipossente: Denaro! La libertà è del Denaro. La Vita è del Denaro. E per quanto strana e sempre dolorosa mi appaia la collocazione di ogni vita, o anima, nell’essere, questa aggiunta al suo limite mi appare la più dolorosa. Non posso capirla! Quando anche l’ultima libertà della terra e dei suoi figli meno forti potra’ essere comprata – com’è effettivamente comprata e ridotta un’agonia, e distrutta -, allora il concetto di libertà che ne esce è deturpato e sconvolto. Non è più un respiro; non è di tutti! È del più forte e il più bruto. Diciamo che è una tirannia.”



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