Le relazioni fanno bene alla comunità in cui siamo

Le relazioni fanno bene alla comunità in cui siamo

Condividiamo l’intervento di Gabriele Verrone, Viceresponsabile dei Servizi di San Marcellino, alla VI Giornata Mondiale dei Poveri di domenica 13 novembre 2022 presso la Chiesa di San Marcellino in Sottoripa.

Porte aperte a San Marcellino

 

Come San Marcellino, siamo stati convocati con altri a un tavolo di lavoro, dove un ingegnere informatico ci spiegava la nascita di un nuovo progetto al quale noi dovremmo partecipare. Questo nuovo progetto  si chiama PORTALE POVERTÀ, pare sia stato chiesto da alcuni enti del Terzo Settore e l’obiettivo è quello di fare in modo, facilitare che diversi dati vengano messi in rete, una rete chiusa, ovviamente, per garantire un’efficace distribuzione dei pacchi viveri sul territorio genovese. Con questo progetto, si può pensare che possa avvenire anche la registrazione delle persone che accedono a tutti i servizi dedicati alle persone in condizione di senza dimora. Così, ritornando alla distribuzione dei pacchi, chi accoglie potrebbe avere velocemente una sintesi efficace, per esempio per sapere se la famiglia o la persona che accede al servizio ha appena ritirato un pacco, magari la settimana prima. Subito gli compare la situazione sul monitor. Sembra molto efficace tutto questo, però ve lo riporto perché occorre che ci domandiamo: ma è davvero questo che noi vogliamo, è davvero così che noi lo vogliamo il servizio? Pensiamoci bene: ci sembra così necessario un servizio con questo tipo di efficacia? Proviamo a catapultarci allora fra una decina di anni. Avremo dei sistemi con cui la persona entra con la sua tessera e trova il suo pacco pronto. Oppure dei sistemi in cui le persone che devono informarsi per sapere cosa fare o dove andare trovano tutto sul web. Secondo me questa è proprio l’espressione di un equivoco che nasce proprio nell’ambito del cosiddetto Terzo Settore: colui che chiede avrà accesso a questi strumenti così efficaci.

Che cosa è il Terzo Settore? Il Terzo Settore nasce proprio come terzo polo fra il mondo dell’azienda e la pubblica amministrazione. E a proposito di relazioni, il Terzo Settore dovrebbe aprire un dialogo proprio con il mondo aziendale e con quello della pubblica amministrazione. Ed ecco come nasce questa confusione un po’ grave: la riduzione del lavoro del Terzo Settore in pura assistenza…, a proposito di povertà. Sì: la confusione nasce fra il lavoro sociale e la questione sociale. La questione sociale non si può ridurre a problema sociale. E quindi noi rispondiamo a un problema soltanto  cercando di risolverlo: alcune famiglie hanno fame, allora diamo da mangiare; alcune persone hanno bisogno di dormire, diamo semplicemente da dormire. Ma il lavoro sociale non si può e non si deve ridurre solo a questo. Il lavoro sociale è la promozione  della società.

Che cos’è poi la vita sociale: è la famiglia, l’amicizia, l’amore, l’impegno, anche lo svago, ma sono tutti elementi che danno forza e vitalità alla nostra esistenza. Sono tutti elementi che contrastano il degrado della nostra esistenza, sono tutti elementi, e uso un’espressione appena utilizzata da Don Momo, che ci restituiscono la nostra umanità. Senza dimenticare che la vita sociale permette apertura, e soprattutto permette la conoscenza di sé. Per favorire la vita sociale, la relazione, come potete immaginare, diventa fondamentale. Ed è per questo che in ogni Servizio di San Marcellino noi vediamo occasioni di relazione. Ed è su queste relazioni che noi cerchiamo di fondare fortemente il nostro lavoro.

Quindi operare nel sociale non significa semplicemente erogare Servizi. Significa erogare Servizi cercando di costruire una rete di relazioni che possa contrastare la condizione di povertà. Per fare questo ci servono le relazioni. E per avere delle buone relazioni bisogna sapere stare in dialogo. Il dialogo non avviene solo attraverso il parlato. Nel dialogo è molto importante non solo quello che tutti chiamiamo un ascolto attivo, ma, secondo me, ci dobbiamo mettere qualcosa di più. Ci dobbiamo mettere una disponibilità in più. E la disponibilità più preziosa che possiamo mettere nel nostro dialogo è quella di cambiare idea. Un vero dialogo è tale se io mi metto nella disposizione di cambiare idea. Non significa che la debba cambiare, ma che ci sia questa disponibilità. L’espressione più forte di questo aspetto, nell’esperienza di San Marcellino, ritengo l’abbiamo nei nostri laboratori artistici. E nello scambio artistico che abbiamo nei nostri laboratori, abbiamo cambiato idea sull’idea di bellezza, di efficacia nell’arte, di forza della comunicazione. Questa disponibilità è necessaria per un dialogo vero capace di costruire relazioni vere.

Oggi è la Giornata Mondiale dei Poveri. Come mi sembra di aver detto anche l’anno scorso, in realtà non è solo “dei poveri”. E la distribuzione delle ricchezze è un’ingiustizia allargata alle istituzioni, perché è un’ingiustizia sociale decisamente forte. Ma ci deve assolutamente preoccupare anche una mancata distribuzione di opportunità di stare in relazione. Io sono Gabriele, sono un operatore sociale, e credo che oggi avervi qui a condividere questi pensieri sia una parte molto importante, se non speciale, del mio lavoro, che non si conclude solo nell’accoglienza all’interno dei Servizi. Perché le relazioni fanno bene a me, le relazioni fanno bene all’altro, le relazioni fanno bene alla comunità in cui siamo.

Grazie!

Trascrizione da audio, punteggiatura, parti in grassetto e corsivo a cura di Sofia Canepa Bava



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